venerdì 30 novembre 2012

Pubblica amministrazione e crescita 2.0

Si parla sempre più spesso di crescita 2.0, di pubblica amministrazione digitale (qui il 2.0 non è ancora apparso), Cad, e quant'altro si possa immaginare.
Poi alla resa dei conti... Carta, carta carta.
Non si riesce ad uscire da questa spirale e da una crescita -2.0.
Oggi ad esempio ho chiuso una gara (per la pubblica amministrazione) che consegnero' nei prossimi giorni. Una lettura attenta del capitolato, scritto in maniera bizantina e che prevede l'ammissione solo con la classica busta cartacea contenente altre buste che devono essere opportunamente sigillate. Morale: quasi 4 ore di tempo per verificare i cavilli di partecipazione, riscritta due volte una lettera in quanto l'elenco numerato di Word mi prende anhe le lettere anglossasoni (j, k) ma poi vedendo sula capitolato non ci sono quelle lettere. Dubbio.... e se mi scartano per quello??? Allora riscrivi il tutto e ristampa il tutto. A questo punto il rito della sigillazione. E come la faccio??? Boh, per non sbagliare, chiudo le buste e ci metto un po' di nastro adesivo e già che ci sono ci metto anche della ceralacca (che si usava 2000 anni fa!!!!!).
Ma quello che mi fa più specie è la classica gara al massimo ribasso. E' sempre un terno al lotto. Perchè non mettere dei paletti di competenza verificabile? Ogni tanto ci sono ma non sono predominanti per l'assegnazione (fare il commissario di gara a volte docet). Ma non l'abbiamo ancora capito che spesso il massimo ribasso è sinonimo anche di scarsa competenza e quindi di scarso servizio???
Eppure si continua su questo percorso, con enti che magari sono all'avanguardia...
Non riesco a capirlo.....

giovedì 29 novembre 2012

Esperimento 2.0

Notizie dall'esperimento dopo una settimana.
Senza condivisione sui siti social e affidato ai soli motori di ricerca.... nessuno passa per il sito.
Due pubblicazioni su facebook e twitter e il sito viene inondato di visite (si fa per dire, comunque aumentano dl 2000 per cento).
.....

Integrazione Drupal e Alfresco con CMIS

Drupal come molti di voi sapranno è a tutt' oggi sicuramente il più avanzato CMS nel panorama Open Source che con il continuo lavoro della comunità e l'ampissima disponibilità di moduli versione dopo versione aumenta in modo esponenziale le sue potenzialità. Può essere utilizzato per funzionalità base come un semplice sito internet o blog o può diventare lo strumento adatto per sviluppare avanzatisse piattaforme web, come intranet, siti e-commerce, sistemi DMS, CRM, ecc…
Alfresco, anche lui Open Source, si sta invece imponendo sempre di più come leader nel mercato della Gestione Documentale insieme al diretto concorrente di Microsoft SharePoint. Questa piattaforma sviluppata in Java è già utilizzata da diverse grandi organizzazioni del panorama mondiale: NASA, Michelin,  BNPParibas, Cisco, Crédit agricole, Renault F1, Total, Mediaset e addirittura vari Ministeri Francesi sono soltanto alcuni esempi.
Oggi spiegheremo come poter integrare questi due sistemi tra loro, permettendo la condivisione dei contenuti di Alfresco su Drupal. Il potente motore di Workflow di Alfresco infatti consente un'avanzatissima gestione automatizzata dei dati e delle informazioni ma essendo progettato per ambiti prettamente business è diffcilmente adattabile a soluzioni end-user per il pubblico, situazione invece che grazie alla sua estrema e granulare possibilità di personalizzazione è adatta a Drupal.
L' integrazione tra queste due piattaforme è possibile grazie al protocollo CMIS, un Open Standard definito dal web standard consortium OASIS che fornisce un livello astratto per gestire sistemi di gestione documenta e repository attraverso standard web. Oltre ad Alfresco e SharePoint, anche il progetto Apache Chemistry supporta CMIS. Per maggiori informazioni su questo standard suggeriamo questo documento.
Ecco come procedere:
  • Scaricare ed installare su Drupal il modulo "CMIS API" ( https://drupal.org/project/cmis ).
    Il pacchetto comprende 8 moduli: Il principale è "CMIS" che funge da core per tutti gli altri che potete abilitare a  vostra discrezione a seconda delle funzionalità che vorrete testare. Questo modulo non richiede altri moduli aggiuntivi per funzionare;
  • Successivamente sarà necessario editare il file settings.php di Drupal ( '…/[DRUPAL_HOME]/sites/default/settings.php' ) per aggiungere poche righe necessarie alla connessione CMIS sul vostro sito Alfresco:
    /**
     * CMIS repository configuration
     */
    $conf['cmis_repositories'] = array(
        'default' => array (
            'user' => 'alfresco_username',
            'password' => 'alfresco_password',
            'url' => 'http://my.server/alfresco/service/cmis'
        )
    );
    
    Nel caso voleste configuare un'altra connessione aggiuntiva, sarà sufficiente aggiungere un'altra sezione di codice come quella che viene definita da 'default' .
    ATTENZIONE: Assicuratevi nella vostra web directory di aver precedentemente dato i permessi corretti al vostro file settings.php in quanto vi sarà scritta la password di Alfresco in chiaro!
  • Su 'Moduli -> CMIS Browser -> Configurazione' potrete configuarre la root directory da cui CMIS leggerà i contenuti. Per scegliere la directory principale di Alfresco impostare ' / '.
  • A questo punto potrete facilmente accedere all'explorer CMIS attraverso un idirizzo del tipo ' http://your.server.com/yourdrupalpath/cmis/browser ' .
Attraverso questo sistema sarà anche possibile creare o caricare cartelle, file e contenuti:

Importante anche l'utility per l'esecuzione di Query CMIS SQL:

Buon lavoro.
Fonti: http://unorganizedmachines.com/site/software-and-technology/34-software-development/98-integrating-alfresco-content-into-a-drupal-site

martedì 27 novembre 2012

Wifi in albergo

Grande città del nord Italia, anno 2012, pubblicità alla reception della completa connessione wifi in tutte le camere.
Beh. nulla di strano, 10 o 12 anni fa neglia laberghi del nord europa c'era gia' tutto. E allora?
Allora è che è penoso.
Solo per caricare l'interfaccia di questa pagina ci metto 5 minuti!!!
E' Mai Possibile?????
Voglio la banda larga!!!!!!

I robot minacerranno l'umanità?

Leggo un interessante articolo, apparso su wired a firma di Anna Lisa Bonfranceschi che riporto integralmente:

Si chiamerà Centro per lo studio del rischio esistenziale ed è un progetto della University of Cambridge che mette insieme filosofi, scienziati e un programmatore di software per discutere quanto gli sviluppi in materia di tecnologia umana - dalla vita sintetica alle intelligenze artificiali - possano essere pericolosi. Nel significato più profondo del termine, ovvero se queste tecnologie, o gli effetti da esse derivanti, possano mettere a rischio la nostra stessa esistenza.

“Il nostro obiettivo”, scrivono infatti da Cambridge: “è indirizzare una piccola frazione delle grandi risorse intellettuali di Cambridge e della reputazione costruita sul suo passato e sull’attuale preminenza scientifica, nel compito di assicurare che la nostra specie abbia un futuro a lungo termine”. Perché, come spiega Huw Price, filosofo a Cambridge, sull’ Huffington Post,  è probabile che in futuro “non saremo più le cose più intelligenti che ci circondano” e potremmo arrivare a dipendere da “macchine che sebbene non maligne non tengano in conto i nostri interessi”.

Il riferimento in questo caso è soprattutto a un campo in particolare, quello dell’ intelligenza artificiale, a cervelli del genere di Hal, il famoso computer di 2001: Odissea nello Spazio. "Il rischio - continua il filosofo, che insieme all’astrofisico Martin Rees e Jann Tallinn (co-fondatore di Skype) lavora al progetto del centro, che dovrebbe decollare il prossimo anno - potrebbe sembrare quasi elusivo, sfuggente da comprendere e prevedere, ma più reale di quanto si creda".

Quello che le macchine potrebbero fare in futuro non è in fondo molto diverso da quanto ha fatto la specie umana con il resto del regno animale, continua Price. Vale a dire operare senza tenere conto degli effetti che le sue azioni hanno sul resto del sistema. Così come gli uomini hanno messo a rischio la sopravvivenza degli animali sfruttando le risorse da cui questi dipendono, potrebbe accadere lo stesso con i computer e la specie umana.

Crisi o non crisi?

Ma allora l'abbiamo superata questa crisi?
Un giorno sembra che ormai il peggio sia passato, un altro giorno sembra che il peggio debba ancora venire e si paventano nuove manovre, privatizzazione della sanità, altre tasse.
E intanto invece di trovare una soluzione sembra che tutte le parti sociali tentino di distruggere definitivamente questa povera Italia.
Si dovevano fare tagli, nell'ordine quelli che mi ricordo:
  • Taglio agli stipendi dei politici (ma si è trovata una scappatoia);
  • Eliminazione di enti inutili (e anche qui...);
  • No al cumulo di cariche;
  • Soppressione di alcune provincie (si vero ma, pero', forse, comunque non si lascerà a a casa nessuno);
  • Incentivi alle aziende che fanno ricerca (visto qualcosa?);
  • Un fantomatico decreto crescita 2.0 (2.0 perchè fa moda?);
  • Ora c'e' il dramma dell'Ilva che rappresenta quasi l'1% del pil;
  • Oggi si parla di sanità non più sostenibile;
  • Forse un'altra manovra correttiva...
  • Ect etc
Se io fossi un giovane in questo momento farei di tutto per andarmene da questo paese e cercare una carriera da altre parti, sembra quasi il periodo della fine dell'impero romano, un magna magna e scappa con i soldi chi puo'.
E in effetti a pagare sono sempre gli onesti, una categoria che in Italia dovrebbe sparire (cosi' per vedere cosa succederebbe... mi piacerebbe).

In viaggio con le frecce

Piuttosto che prendere la macchina per un viaggio di lavoro, preferisco di gran lunga prendere il treno.
Anche oggi ne ho presa uno, una frecciabianca.
E ogni volta purtroppo rimango basito.
Il treno è uno strumento fantastico per spostarsi in tranquillità ma... le nostre Ferrovie dello Stato fanno di tutto per renderci il viaggio un inferno.
Sulle Frecce non ci sono problemi di affollamento visto che si entra solo con il biglietto prenotato ma i disagi ci sono tutti.
Nell'ordine oggi:
  1. Temperatura polare all'interno della cabina;
  2. Porta scorrevole che porta all'uscita bloccata (e io che avevo il posto vicino avevo aumento di freddo e un rumore assordante);
  3. Bagno inutilizzabile in quanto porta bloccata;
  4. E queste sospensioni... è possibile che non si possa fare qualcosa per gli scossoni e le vibrazioni?
Uno si adatta ma si potrebbe fare molto meglio con una attenta progettazione e manutenzione di questo mezzo di trasporto. Perchè non farlo?

domenica 25 novembre 2012

Banda larga

Anche ogi sul Sole 24 ore c'e' un articolo ulla banda larga.
Ce l'avermo mai?
Sono ormai 12 anni che lavoro in questo settore e puntualmente ogni tre-quattro mesi esce un nuovo progetto su questo tema. Ora è LTE e fibra ottica per n miliardi di euro fino al 2014. Lo faremo? Chi lo sa.... questi annunci sensazionalistici continuano ma... in tante zone non esiste ancora la banda stretta (almeno 2 megabit/sec).
Mah....

Questo Blog è un esperimento

Questo blog l'ho configurato come uno esperimento.
Non lo sto publicizzando, mi affido solo ai motori di ricerca per veder nel tempo come si evolvono i visitatori.
Mi serve per verificare se effettivamente il marketing sulla rete passa ormai solo per i social network oppure i motori hanno ancora qualcosa da dire di suo.
Per ora i motori di ricerca hanno perso, ma bisogna attendere almeno uno due mesi per verificare correttamente.
Buona lettura!!!

Autovelox

Vedo sempre più autvelox e sistemi che vengono chiamati controlli del traffico.
Ma lo sono veramente?
Io direi che il più delle volte sono solo sistemi per fare cassa, di controllo servono a poco.
Di solito li trovi in lunghi rettilinei senza accessi laterali e ti mettono il limite dei 50 o 60 all'ora che molto spesso sono assurdi (molto spesso su strade con doppia corsia di marcia e guardarail in mezzo.... a che  servono???).
Una chicca l'altro giorno: Veneto, provincia di Venezia. Rettilineo limitato a 50 orai con autovelox, 150 mtri prima di una curva, fine del limite, subito dopo altro autovelox con limite a 50. Superato questo fine del limite, e quindi a 30 metri di una rotonda ti mettono un bel limite dei 50 Km.... Assurdo... Servono solo a fare cassa.

sabato 24 novembre 2012

Sicurezza informatica da bar

Discussione in pizzeria ieri sera riguardo alla sicurezza informatica (ah... tutti professionisti in altre materie ma tutti pronti a dare un loro proprio giudizio). Sono emerse varie domande, luoghi comuni, sicurezze:
  1. io non uso nessun firewall e nessun antivirus, conoco molto bene il mio pc e capisco quando qualcosa non va.. A qusto punto rimedio. Sigh!!!!!
  2. Ma perchè voi usate firewall e antivirus? Sigh!!! Sigh!!!
  3. Chissenefreha se entrano nel mio pc, tanto non ho nulla da nascondere!!! Seeee vediamo se ti bloccano il lavoro per un mese oppure devi ricreare dal cartaceo tutti i tuoi dati.....
  4. I furti Informatici non esistono, hai mai sentito American Express denunciare un attacco verso i loro sistemi (figuriamoci se lo dennciano....)?
  5. Tanto per quanti sforzi fai qualcuno ti entrerà sempre (vero, vedi NSA, Mossad e altri..). Ma almeno cerco di rendere difficile la vita al ragazzino!!!!
  6. e tante altre affermazioni su questo livello.
Considerazione: Sono d'accordo su molte, in disaccordo su molte. Purtroppo ci sono molte verità nelle domande.
Io continuo a sostenere una cosa: Non posso essere certo di esssere al sicuro ma almeno cerco di difendermi. Questi signori lascerebbero la porta di casa spalancata tutte le ore del giorno?

martedì 20 novembre 2012

Drupal, semplice guida per l'installazione

Come avevo anticipato nei post precedenti, vediamo ora come installare un potente cms in locale per fare dei test e conoscerlo: drupal.

Scarichiamolo da qui, la versione attuale è la 7.17.
Una volta scaricato, e presupponendo di avere installato una distribuzione wamp,  scompattiamolo nella directory c:\wamp\www\drupal.

Puntiamo il nostro browser su http://localhost/phpmyadmin e creiamo un nuovo db con nome drupal (ad esempio) ed un utente amministratore del db.

Bene siamo pronti.

Puntiamo il nostro browser su http://localhost/drupal ed iniziamo:

Clicchiamo su save and continue

Per adesso installiamo il tutto in Inglese, poi vedremo come passare alla lingua italiana.

Risolviamo le problematiche indicate creando la directory richeista e duplicando il file default.setting-sample.php su default.settings.php come indicato negli errori.

A questo punto inseriamo i dati del database creato in precedenza e dell'utenza amministrativa e clicchiamo su save and continue.

Aspettimao un po' che il sistema configuri il db  e l'ambiente

Seguiamo alla lettera cio' che ci chiede per motivi di sicurezza (in realtà importante in un server di produzione, non di test) e compiliamo i vari campi richiesti.

Fatto tutto, clicchiamo su save and continue (certi campi sono mascherati, abbiamo utilizzato come tutorial il setup di un vero sito)

Bene, il sistema ci dice che abbiamo completato tutti i passi necessari per fare il setup del sistema basilare. Ora iniziano le configurazioni.

Questa è la pagina principale di amministrazione del sito, già si vede che p più complessa dei cms fino ad ora considerati.

Clicchiamo su modules, ci appare la pagina di amministrazione dei moduli installati di default.
Abilitiamo quelli che ci interessano, in poarticolare i moduli Locale e Content translation per abilitare l'uso di altre lingue.
Scarichiamo da qui le traduzioni in italiano che ci interaaso (estensione .po)

A questo punto salviamo, cliccando sul bottone alla fine della pagina.

Spostiamoci quindi sul menu configurazione della lingua e qaggiungiamo la lingua italiana.

Bene, una volta cliccato su add language e scelto l'italiano simao pronti per caricare la traduzione italiana.


Come vedete nell'immagine siamo pronti.

Quindi dal menu configurazione, scegliere traduzione interfaccia.

Cliccare su importa e caricare la traduzione.


Impostare quindi la lingua italiana come default.
A questo punto siamo pronti a lavorare sul nostro cms drupal localizzato in italiano.
Buon divertimento.

WordPress: una semplice guida all’installazione

In un precedente articolo ho fatto una comparazione tra i diversi cms che si possono utilizzare per creare dei siti web.

In questo articolo vi farò vedere come installare il più semplice tra questi, wordpress.
Si presuppone di installarlo in un ambiente wamp.

Scarichiamo il sorgente in italiano da qui, la versione attuale è la 3.4.2

Decomprimiamolo in una directory del nostro accessibile al nostro webserver, ad esempio c:\wamp\www\wordpress

A questo punto puntiamo il nostro browser sull'indirizzo http://localhost/phpmyadmin e creaiamo un nuovo database ad esempio wordpress.

Una volta creato, creiamo un utente per questo db con i diritti amministrativi per la gestione.

Bene, cominciamo la procedura oggetto di questo articolo:

Puntate il browser su http://localhost/wordpress e cominciamo a seguire le indicazioni.

La prima cosa da fare è creare un file di configurazione e quindi clicchiamo sul bottone.

Ora ci dobbiamo ricordare il nome del database, il nome dell'utente e relativa password, che per questo articolo abbiamo mantenuto tutto uguale a wordpress (che fantasia vero?)
L'indirizzo host del database è in questo caso localhost

Bene, una volta compilato il tutto clicchiamo su invio.

A qeusto punto dobbimao inserire il titpolo del nostro sito, l'utenza amministrativa (possiamo lasciare admin se vogliamo fare solo delle prove) , una password per questa utenza ed una e-mail per essere avvisati di quello che succede nel nostro sistema.
Quindi clicchiamo su installa wordpress.

Dopo alcuni secondi il sistema ci avviserà che ha fatto tutto invitandoci a collegarci per scrivere il primo articolo.
Quindi colleghiamoci.

Inseriamo quindi il nome dell'utenza amministrativa (admin se abbiamo lasciato il default) e la relativa password.
Ci apparirà la schermata di amministrazione dove potremmo cominciare ad esplorare il nostro nuovo sistema per la creazioen di un blog.

Qui possiamo cominciare a scoprire cosa puo' fare wordpress, esplorare il mondo dei plugin disponibili, caricare un nuovo tema e… ovviamente imparare ad usarlo.
Ecco la prima pagina che apparirà al nostro pubblico, appena terminata la fase di configurazione.

A qeusto punto, buon lavoro!!!

Quale CMS scegliere? Una guida comparativa.

Dobbiamo fare un sito web per la nostra azienda e una delle prime domande che ci facciamo è con che strumento.
Sul mercato ci sono innumerevoli strumenti sia open che closed source, ma quale scegliere?
Cosi' posto il procedimento è sbagliato:
Ripeto sempre che il miglior approccio è capire prima cosa voglio farci con un sito web e quali sono i contenuti. E soprattutto chi inserirà i contenuti.
Poi viene la scelta dello strumento, scelta che a mio parere deve ricadere su uno strumento open source per svariati motivi:
  1. ha una vasta comunità di sviluppatori
  2. ha un vasto assortimento di templates e di plugin gia' pronti, utilizzabili cosi' come sono oppure come base per ulteriori implementazioni
  3. funzionalità e struttura gia' predisposta all'integrazione con altre piattaforme, come i social network o i gestori documentali
  4. frequenti upgrade e correzioni di errori
  5. portabilità su più sistemi
Lo strumento che si andrà a scegliere sarà ovviamente un CMS, un content management system.
E si sceglierà ovviamente un professionista a cui affidare l'incarico che conosca molto bene lo strumento scelto.
I cms più utilizzati/utilizzabili in questo ambito sono 5, di cui i primi tre superano di gran lunga gli altri due:
  1. WordPress
  2. Joomla
  3. Drupal
  4. Plone
  5. Liferay
Vediamo pregi e difetti di ciascuno.

Wordpress

WordPress è il più semplice da installare e gestire di tutti e 5.
E' un'ottima scelta per siti di dimentsioni contenute, con una organizzazione relativamente semplice.
E' molto semplice da imparare, è facile da mantenere, da aggiornare e configurare praticamente da chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la tecnologia.
Ha a disposizione innumerevoli temi grafici e i moduli aggiuntivi sono moltissimi.
E' il preferito, ovviamente per una piattaforma di blog, ma come detto anche per fare dei siti veri e propri.
Non gestisce molto bene i siti complessi e molto spesso si devono cercare o creare degli add-on specifici per il proprio lavoro.
La gestione degli utenti non è proprio la forza di WordPress anche se ci sono moduli che estendono tale funzionalità.

Joomla

Joomla è un ottimo cms, molto utilizzato ed ottimo per una varietà di situazioni ed esigenze diverse.
E' relativamente semplice da installare e da configurare (comunque più complesso di WordPress).
Poi occorre un po' di tempo e di esperienza per poter capire come funzionano e interagiscono tra di loro i vari menu, la struttura del sito e dei contenuto. Una volta capito è semplice utilizzarlo per supportare anche siti molto grandi.
Poi ci sono una infinità di temi e di moduli per estenderne le funzionalità, dalla creazione di un sito vetrina, alla creazione di una galleria fotografica, alla creazione di un sito per il commercio elettronico, alla creazione e gestione di una comunità on line.
Non è flessibile come  drupal, plone o liferay quando la struttura del sito deve diventare più complessa. Pone dei limiti nella gestione degli utenti, nella gestione di complesse tassonomie, nella creazione di nuovi tipi di contenuto. E' anche vero che pochi siti hanno queste esigenze (anche se in realtà ormai ci stiamo sempre più spostando su questà tipologia di siti).

Drupal

Con Drupal si comincia a parlare di sistemi molto più complessi, che sono si dei CMS ma anche dei sistemi su cui sviluppare, dei framework per siti ed esigenze di qualsiasi tipo.
Drupal è molto flessibile e potente ed è un'ottima scelta per i siti più complessi. La sua forma è nelal gestione molto granulare del flusso di lavoro e degli utenti, la possibilità di creare nuovi tipi di contenuto, di supportare un sistema di tassonomie molto completo. I suoi moduli aggiuntivi di permettono di supportare molto bene le funzionalità ticpiche delle community e del Web 2.0. Si puo' integrare con sistemi di gestione documentale molto potenti come Alfresco. Ha una community attivissima.
Per contro è più complesso  installarlo e configurarlo. Più difficile sicuramente di WordPress e di Joomla. Le schermate di amministrazione per la configurazione del sito hanno un gran numero di opzioni ed impostazioni, a volte difficili da comprendere. E' anche vero che con la versione 7.x si è cercato di rendere il tutto più semplice (relativamente pero' a chi gia' lo conosceva)
Conviene incaricare un esperto di Drupal piuttosto che far da soli.
I suoi limiti (molto alti in realtà) si fanno vedere quando si ha bisogno di una gestione del workflow robusta e compelssa in cui ci sono molti attori con ruoli e responsabilità molto diverse sui contenuti.

 

Plone

Plone è un sistema più complesso dei precedenti e viene usato per siti importanti di giornali, aziende e PA. E' molto flessibile, molto controllabile e supporta workflow anche molti complessi, pur avendo strumenti di amministrazione ben strutturati e amichevoli.
Le funzionalità sono molte e molto forti. Perde contro Drupal su funzionalità per le community e il web 2.0.
Purtroppo il maggior difetto sta nella complessità maggiore di installazione e configurazione rispetto ai tre concorrenti precedenti in quanto serve qualcosa di diverso del classico ambiente Apache, Mysql e PHP. Plone è scritto in Python, un ottimo linguaggio di programmazione che pero' è meno conosciuto di PHP e quindi anche estenderlo risulta un po' più complesso in quanti gli sviluppatori sono più rari
Plone è un sistema potente e robusto, adatto per aziende con esigenze molto complesse.  Il sistema offre un grado enorme di flessibilità e controllo, e supporta flussi di lavoro di estrema complessità. Gli strumenti di amministrazione dei contenuti sono ben strutturati e amichevoli, e quindi è facile anche per gli amministratori “non tecnici” aggiornare i testi principali, le immagini e i contenuti delle sidebar.


Liferay

Arriviamo all'ultimo prodotto in esame, liferay.
Dei cinque sicuramente è il più complesso. E' scritto in Java, e necessita di server più complessi da installare e configurare quali Tomcat, Jboss ed altri.
Ha una intensa attività di sviluppo ed è molto ricco di funzionalità con un'ottima architettura software.
Racchiude al suo interno moltissime funzionalità CMS native e ne permette con (relativa) semplicità l'aggiunta e la creazione di nuove.
E' particolarmente adatto per lo sviluppo di realizzazioni web conformi alle caratteristiche di quello che viene ormai comunemente indicato come web 2.0, permettendo un forte livello di interazione e personalizzazione da parte dell'utente e un'elevata possibilità di configurazione dal lato dell'amministrazione, cosa che deriva in gran parte dalla sua estrema modularità.
Grazie alla sua strutturazione a "community", Liferay si rende particolarmente adatto per quelle realtà aziendali che necessitano di aree (pubbliche o private) distinte, per suddividere le informazioni gestite dai diversi reparti interni ( commerciale, amministrativo, tecnico, etc. ) o relative a sedi differenti. Tale separazione dei contenuti consente comunque di mantenere un certo livello di condivisione delle informazioni tra le diverse aree, secondo le politiche e le metodologie lavorative più congeniali all'azienda. Con Liferay quindi è possibile creare siti internet "multi-sito", al cui interno la grafica, l'impostazione delle informazioni e la tipologia dei contenuti possono variare a seconda della sezione in cui ci si addentra. Il tutto comunque gestibile in modo centralizzato dalle figure professionali e dai ruoli a cui l'azienda decide assegnare tali compiti.

Conclusioni

Come si puo' ben vedere l'offerta di soluzioni open source è molto ampia e sicuramente non si ferma qui come prodotti utilizzabili. Questi sono solo i più diffusi.
La scelta di quale utilizzare ovviamente dipende da svariati motivi e necessità di ogni singola organizzazione.
Vedremo in articoli successivi come cominciare ad utilizzarli almeno con configurazioni di base.

lunedì 19 novembre 2012

sonno

Buonanotte a tutti i miei lettori (forse nessuno fino a adesso)
Dopo la nottata di ieri a leggere ora ho proprio bisogno di un po' di ore di sonno, dove cavalcare con la fantasia e lasciare dietro di me tutto questo mondo e sognare sognare sognare

Marketing passaparola

Riflessione di oggi.
Ho studiato marketing, ho messo in pratica tutte le best pratices dei guru, ho lavorato in una società definita come la migliore marketing oriented. Ho cercato di mettere in pratica gli insegnamenti orgaizzando eventi, campagne di marketing e misurazione delle stesse, uso dei social network e di tutte quelle tecnologie che dovrebbero essere un motore per il business e poi... mi sono reso conto che funziona solo il passaparola, almeno per una azienda piccola quale quella che dirigo. I clienti contenti (ma anche quelli che pensavi scontenti o contrari al to operato) sono poi quelli che ti consigliano per nuovi lavori.
Mah... le teorie vanno bene solo per le grosse aziende...

Siamo Solo Amici

Ieri sera non avevo sonno ma ho provato ad andare lo stesso a letto.
Spogliandomi ho intravisto un libro abbandonato sul comodino da qualche tempo che all'inizio, dopo una decina di pagine, avevo accantonato.
Il libro è "Siamo solo amici" di Luca Bianchini.
Lo prendo, ne rileggo le prime pagine e.... non smetto più. L'ho letto tutto di filato fino alle 4 di mattina.
Appassionante, malinconico nelle sue storie di semplicità dell'animo umano, delle occasioni perdute, delle parole mai dette e di come la vita puo' darti e toglierti tutto in pochi minuti Un finale tragico ma coinvolgente.
Bello. Forse ero nella predisposizione giusta,

domenica 18 novembre 2012

200 bugie al giorno

Un recente studio ha detto che mediamente ogni persona dice duecento bugie al giorno (una ogni 432 secondi presupponendo che nessuno dorma...)..
E tu?

Crescita 2.0

Si parla sempre più spesso di crescita 2.0 e non si capisce nulla.
Forse si intende che si devono usare al meglio i sistemi tecnologici che la quotidianietà ci permette.
Bene. Ecco un bell'esempio di crescita -2.0:
Devo fare l'abbonamento ad una linea telefonica e all'adsl. Vado sul sito del gestore, scelgo l'offerta e metto i miei riferimenti per fare il contratto.
Prima conseguenza: vengo rediretto ad una agenzia che mi contatta con una solerte telefonista in un dialogo surreale si offerte (ma io l'avevo gia' scelta la mia offerta.....). Bene alal fine fisso un appuntamento con un commerciale. Appuntamento telefonico in quanto sono sempre in giro per lavoro.
Mi girano il contratto, non è quello che avevo richiesto ma a conti fatti puo' starmi bene. Ok, stampo tutto, lo firmo e lo scansiono.
Telefono al commerciale che causa lavoro mi è difficile trovarsi pe ril cartaceo e suggerisco di inviargli il tutto firmato, scansito, firmato elettronicamente (visto che la firma digitale ormai me la chiedono per legge) ed in più inviato via pec.
Niente da fare, devo consegnare la carta, non c'e' verso da venirne fuori. A questo punto, sconsolato per l'impossibilità di concludere il tutto in 10 minuti, faccio fare un incontro con un mio collaboratore per consegnare la carta.
Ovviamente dopo 15 giorni sto ancora aspettando la linea telefonica e l'adsl... ma mi sembra corretto visto l'uso della tecnologia.
Ah l'operatore è un primario (il primo) operatore italiano.
Viva l'Italia!!!!

Sono stato via un po'

E' da un po' che non scrivo, forse per pigrizia, forse perchè temo il giudizio degli altri, soprattutto se ha ricadute in ambito lavorativo in quanto a volte sono proprio anticonfomrista e arrabbiato.
Ma... perchè non scrivere ogni giorno?
Bene ora ogni giorno si scrive qualcosa.
Promesso